Il Cammino nelle Terre mutate ha origine dalla Lunga marcia per L’Aquila: la prima edizione è stata organizzata nel 2012, come segno di solidarietà ma anche di protesta perché dopo il terremoto del 6 aprile 2009 nel capoluogo abruzzese tutto sembrava fermo. I lavori per la ricostruzione non erano ancora partiti, e chi era allora al governo sembrava essersene dimenticato, preferendo l’idea di costruire un ponte da record sullo stretto di Messina.
Il 30 giugno 2012, in piazza del Popolo a Roma, si presentano 40 persone pronte a raggiungere L’Aquila a piedi. E il nostro sogno inizia a muovere i primi passi. Siamo in pochi, è vero, ma la forza della domanda che ci portiamo dentro non ha confini.
A maggio di quello stesso anno, la terra ha infatti tremato anche in Emilia: altri morti, altri danni, nuove tendopoli. Ma è mai possibile che in Italia si debba ancora morire per mancanza di una politica di prevenzione antisismica? Eppure tutti sanno che l’Italia è un territorio a rischio. Lo è per la sua stessa conformazione geologica. L’unica grande opera davvero necessaria, quindi, è la messa in sicurezza di ospedali, scuole, case, edifici di culto.
Riproponiamo la seconda marcia, l’anno successivo. Il nostro gruppo informale è ora un’associazione a tutti gli effetti, ci chiamiamo “Movimento tellurico”. Decidiamo di tenere lo stesso arrivo, il capoluogo abruzzese, ma di cambiare il punto di partenza. Grazie agli amici del Circolo naturalistico novese, questa volta arriviamo all’Aquila da Novi di Modena, passando per Norcia, Accumoli, Amatrice e altri comuni che saranno vittime del sisma nel 2016.
Nel 2014 marciamo dall’Aquila a Roma, facendo incontrare i due sindaci, Cialente e Marino, ai Fori Imperiali e l’anno seguente risaliamo la valle dell’Aniene. Nel 2016 partiamo da San Giuliano di Puglia, dove nel 2002 una scossa di terremoto ha distrutto una scuola intera, uccidendo 27 bambini e una maestra.
Pensiamo che questa sia l’ultima edizione della Lunga marcia.
Qualcun altro ora dovrebbe riprendere le nostre idee e trasformarle in buone leggi. Ma la terra purtroppo trema di nuovo: la scossa del 24 agosto 2016 distrugge Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto.
Altre scosse il 26 e il 30 ottobre colpiscono la Valnerina e Norcia. Infine, nel silenzio mediatico, il 18 gennaio 2017 il paese di Campotosto sprofonda nel nulla.
Ci rimettiamo gli scarponi ai piedi perché, come scrive il filosofo tedesco Carl Schmitt, siamo “partigiani della terra” e non possiamo farne a meno. Quell’estate, tra giugno e luglio, diamo così inizio alla “Lunga marcia nelle terre del sisma”.
Siamo più di 60 e con noi ci sono altre associazioni che hanno a cuore quelle zone, Ape Roma e FederTrek. E proprio camminando da Fabriano all’Aquila, colpiti da quei paesaggi e dagli incontri fatti in quei giorni, nasce in noi un’intuizione: perché non trasformare un evento come la Lunga marcia in un Cammino?
Cammino nelle Terre mutate perché tutto è cambiato, tutto è distrutto ma, come ci hanno ricordato gli amici che vivono lì, resta un’immensa bellezza. E da quella si può e si deve ripartire.
Il Cammino nelle Terre Mutate è da percorrere in punta di scarponi.
Ci vuole umiltà ed empatia. Bisogna porsi in ascolto, non solo dentro di noi, per sentire le emozioni che la vista di queste terre martoriate ci faranno provare, ma anche in ascolto delle storie di chi è rimasto e prova a rialzarsi in piedi.
Perdita e speranza, dolore e forza: elementi che fanno da comun denominatore a questi territori dai paesaggi mozzafiato ricchi di sofferenza e voglia di rinascere.
Tornerete a casa “mutati”, magari con qualche risposta in più e molte domande che prima non avevate. Avrete ricordi commoventi e ancora moti d’indignazione. Perché camminando nelle Terre mutate non si allenano solo le gambe ma si arricchisce anche la propria conoscenza e consapevolezza. Ed è questo che vi auguriamo.
Testo di Enrico Sgarella, tratto dalla guida di Terre di mezzo Editore.
La guida contiene tutte le informazioni utili per mettersi in cammino: le cartine dettagliate, le altimetrie, i dislivelli, la descrizione del percorso, le possibili varianti, le ospitalità e i luoghi da visitare. E per ogni tappa una testimonianza inedita.
Fotografia: Castelluccio di Norcia, Maria Uspenskaya, dalla guida di Terre di mezzo Editore.